Politica, as usual
Non si fa altro che parlare dell'avvicinarsi dell'apocalisse e non della vera notizia del giorno: che il coronavirus potrebbe facilitare il riavvicinamento di Renzi a Zingaretti
La temperatura sul termometro (absit inuiria verbis) della situazione politico-mediatica italiana potrebbe essere determinata attraverso i seguenti fattori, fatti di ieri. Per non farci mancare nulla, c’è stato un terremoto 4.4 a Rende (Cosenza) ma nessuno se ne è accorto. A Volkmarsen, in Germania, un tale si è scagliato con l’auto su una sfilata di carnevale, 30 feriti, “volontariamente” dice la Polizei, ma da noi ha avuto attenzione pari alla strage di Hanau sulle prime pagine dei tabloid. A Teheran i conservatori hanno vinto le elezioni, la notizia è che c’è stata un’affluenza alle urne inferiore quella che ha trasformato Sando Ruotolo in un senatore di Napoli, ma l’abbiamo trascurata. Le partite della serie A si svolgeranno a porte chiuse, i giocatori potranno sudare solo con la mascherina, la Juventus è crollata in Borsa, ma niente, manco una polemicuzza sul Var applicato all’emergenza sanitaria. Una svalvolata a un programma di trash television ha usato il concetto di pentito di mafia come fosse un insulto, ma Nino Di Matteo non ha commentato. A Milano è più facile trovare una pista di coca che una confezione di Amuchina, ma restiamo orgogliosamente “the place to be”. Insomma ci sarebbero tanti e tanti segnali che l’apocalisse si sta avvicinando, anzi è già cominciata come dicono a Radio Maria, e invece niente. Non si fa altro che parlare di quella cosa lì, e non della vera notizia del giorno: che il coronavirus potrebbe facilitare il riavvicinamento di Renzi a Zingaretti.