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L'assurda adunata dei puffi alla fine del mondo e noi

Maurizio Crippa

Mentre il resto dell’Europa distribuisce indicazioni per evitare gli assembramenti, in un paesino bretone si cerca di entrare nel Guinness dei Primati per il più grande raduno mai fatto dei mitici gnomi blu

Il nome di Finistère, dal latino Finis Terrae, la fine del mondo, è forse l’unica cosa evocativamente appropriata. Per quanto il paesuzzo di Landerneau, che ha lo stesso numero di abitanti di Codogno, non sia appeso sull’Atlantico come quello di Finisterre, molto più a sue e a ovest in Galizia, ma disperso in qualche punto della Bretagna. Perché forse ci stiamo avviando davvero alla fine del mondo, o forse no, ma ci si può avviare con un certo à plomb, oppure come a una sciamannata carnevalata. Come hanno fatto 3.500 persone del comune di Landernau, che appunto guidati dall’associazione del Carnevale domenica scorsa si sono ritrovati stretti stretti per le strade del paese per battere un record: entrare nel Guinness dei Primati per il più grande raduno mai fatto di puffi. Sì, i mitici gnomi blu. Con tutte le facce dipinte di blu. Uomini, donne, bambini. Col cappelluccio a punta bianco, oppure rosso. Così, mentre il resto dell’Europa distribuisce indicazioni per evitare gli assembramenti, e prima o poi toccherà ahinoi anche alla Francia, 3.500 puffi erano lì, nel Finistère, a trasmettersi l’allegro contagio dei puffi. Ma poi, invece, pensando a noi italiani, a quelli che fuggono al Sud o fuggono da casa per farsi uno spritz con gli amici, che nemmeno il ministro Lamorgese sa più come fare, forse è proprio questa la cosa più evocativa di tutte: se moriremo tutti, lo faremo dementi e ilari come tanti puffi. Guinness.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"