Il tampone l’ha fatto, e poiché Bruno Vespa è il più coriaceo e resiliente degli italiani, e senz’altro dei giornalisti italiani, è negativo: manco Zingaretti è riuscito a infettarlo. Se vi pare poco. Però adesso è incazzato come un virus, Vespa, perché la Rai ha deciso ugualmente di sospendere “Porta a Porta”, cioè abolire la terza Camera senza manco referendum. In ottemperanza al dpcm che impone a tutti la quarantena se sei entrato in contatto con un untore. “E’ sconcertante”, ha sbottato, “mentre il paese chiede sempre più informazione”. Anzi ha detto che è colpa dell’Usigrai. L’opinion maker istituzionale degli italiani ha anche chiesto di poter andare in onda da casa sua. Niente. Ma la domanda precauzionale è questa: negli italiani scatenerebbe più il panico non vedere Bruno Vespa, o vederlo in quarantena dentro al plastico di casa sua?
"Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.
E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"