(foto LaPresse)

La mattina di Mattia

Maurizio Crippa

Un'altra bella storia non per sentirci migliori ma per sentire che la vita è migliore di noi

Se avessimo bisogno del virus per diventare migliori, non so dire. Che in questi giorni di virus abbiamo bisogno di belle storie e buone notizie, non per sentirci migliori ma per sentire che la vita è migliore di noi, questo penso sia chiaro per tutti. Storie come quella di Mattia, 18 anni, che è stato il più giovane ricoverato all’ospedale di Cremona, che ha una mamma che aveva già perso una figlia, al momento del parto, anni fa. Anastasia si sarebbe chiamata. Mattia aveva mandato un ultimo messaggio su Whatsapp prima di essere intubato, come si dice, e messo in coma farmacologico: “Tra poco mi intubano. Stai tranquilla, non ti lascerò sola. Ti amo, mamma, lotterò per te e per Anastasia. Devo andare”. Ieri mattina è stato estubato, come si dice, sta meglio. In una videochiamata dall’ospedale sua mamma ha potuto vederlo, con la mascherina. Un attimo, per salutarlo. La mamma ha ringraziato i medici e gli infermieri, “gli hanno donato la vita per la seconda volta”. Non l’ha lasciata sola, non sono rimasti soli.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"