La mattina di Mattia
Un'altra bella storia non per sentirci migliori ma per sentire che la vita è migliore di noi
Se avessimo bisogno del virus per diventare migliori, non so dire. Che in questi giorni di virus abbiamo bisogno di belle storie e buone notizie, non per sentirci migliori ma per sentire che la vita è migliore di noi, questo penso sia chiaro per tutti. Storie come quella di Mattia, 18 anni, che è stato il più giovane ricoverato all’ospedale di Cremona, che ha una mamma che aveva già perso una figlia, al momento del parto, anni fa. Anastasia si sarebbe chiamata. Mattia aveva mandato un ultimo messaggio su Whatsapp prima di essere intubato, come si dice, e messo in coma farmacologico: “Tra poco mi intubano. Stai tranquilla, non ti lascerò sola. Ti amo, mamma, lotterò per te e per Anastasia. Devo andare”. Ieri mattina è stato estubato, come si dice, sta meglio. In una videochiamata dall’ospedale sua mamma ha potuto vederlo, con la mascherina. Un attimo, per salutarlo. La mamma ha ringraziato i medici e gli infermieri, “gli hanno donato la vita per la seconda volta”. Non l’ha lasciata sola, non sono rimasti soli.