Il mio birrificio artigianale di fiducia ha alleviato la quarantena mia e dei miei figli col delivery, e per ringraziare chi li ha aiutati a non fallire distribuiva “bond” da consumarsi alla riapertura. Stasera vado a onorarlo
Che il tam tam che ha chiamato a raccolta i giovani di ogni piazza all’ora dell’aperitivo fosse “poco udibile a chi ha più di cinquant’anni” è una pia illusione un po' malmostosa di Pigi Battista (sul Corriere). Io l’ho sentito benissimo, magari non un “avvicinamento come cancellazione della paura”, l’età adulta invita a fottersene della “voglia di fisicità, di vicinanza”, ma ipostatizza quella dell’alcol e della sua ritualità sociale. Battista ritiene che per “mere questioni di anagrafe” si debba essere terrorizzati dal “primo giovenile errore” (questo non è Pigi, è Petrarca) post lockdown dei ventenni. Forse è vero. Tranne scatenare – non lui – la caccia al nuovo untore da aperitivo, come se la pandemia l’avessero scatenata loro, e pure trafugato le mascherine. Mettere in guardia da “questa disinvoltura” che “sembra un atto di incoscienza” è fisiologico dell’età avanzata. Ma forse rinfacciare a uno spritz di essere poco rispettoso dei tanti morti è un eccesso di zelo. Si può andare a bere, fuori, perché c’è voglia di festeggiare anche senza avere vent’anni. Il mio birrificio artigianale di fiducia ha alleviato la quarantena mia e dei miei figli col delivery, e per ringraziare chi li ha aiutati, sbevazzando, a non fallire distribuiva “bond” da consumarsi alla riapertura, belli distanziati. Vado a onorare il bond, con le persone intorno, tale quale alla vita, e ci saranno i giovani. Ci vado stasera.
"Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.
E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"