Il Cavaliere Asintomatico, o la nemesi dei negazionisti

Maurizio Crippa

Berlusconi sta benone, e se ne sta ad Arcore senza più nemmeno l’impiccio della Pascale e delle canzoni della Turci nelle orecchie. Invece Briatore si è ammalato ed è pure prigioniero della Santanchè

Se fossimo dei pirla del deep state come Trump e i negazionisti, avremmo pronta la narrazione rivelatrice. C’è Zangrillo del San Raffaele che va dicendo, da mo’, che i positivi asintomatici non sono malati e quindi non esistono, malati immaginari. Ma siccome non è che tutti quanti se la bevono, anzi sono di più i terrorizzati che contano nei contagi anche Neymar, ecco che Zangrillo ha trovato il testimonial perfetto. L’highlander di ogni ricovero al San Raffaele, il Cavaliere Asintomatico. Berlusconi è positivo al coronavirus, ma “è asintomatico, in isolamento a domicilio”. Ad Arcore, tornato dalla fatal Sardegna. E sta benone, ovvio: “Purtroppo mi è successo anche questo ma continuo la battaglia”, ha detto il Cav. (immaginiamo col solito sorriso a cento denti). Quale testimonial migliore dell’asintomatismo positivo (“perché son vivo / perché son vivo”)?

   

Siccome non siamo negazionisti del deep state, propendiamo per una narrazione più consona alle cose, e soprattutto al personaggio. Berlusconi, con le sue 83 primavere, stava in Sardegna. Ha incontrato pure Briatore, però senza assembrarsi. Ma Briatore è la prova vivente, o convalescente, che passare la vita da wannabe Berlusconi non è sufficiente, per diventare Berlusconi. Infatti il Cavaliere Asintomatico sta benone, e se ne sta ad Arcore senza più nemmeno l’impiccio della Pascale e delle canzoni della Turci nelle orecchie. Invece Briatore si è ammalato ed è pure prigioniero della Santanchè. Ne hanno da fare di strada, prima di far fuori l’highlander degli italiani. Tornerà, e dirà: la Sardegna è il paese che amo.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"