Contro Mastro Ciliegia
Che noia uomini vs. donne. Si inviti in base al QI. Punto
Basta con questa divisione del mondo per generi sessuali: si facciano partecipare ai festival solo le persone intelligenti
L’unica cosa in grado di annoiare peggio di un festival della bellezza è dover essere testimoni oculari di un dibattito tra furibonde attiviste anti “manels” (le denunciatrici, di solito donne ma possono essere anche masculi come il ministro Provenzano) che non vogliono eventi con soli uomini, e attempati intellettuali persino seri (Serra, Baricco) costretti dallo Zeigeist mefitico dei tempi a prenderle sul serio, queste idiozie, e dover pure rispondere. Basterebbe invece piantarla con questa ammorbante e ormai già frusta divisione del mondo per generi sessuali – e transessuali di ogni tipo si voglia – e incominciare a dividerlo, e ad assegnare i posti e il diritto di partecipazione, in base a un più oggettivo e calcolabile criterio di valore: né donne, né bianchi, né neri, né svantaggiati o né quote rosa: si invitino ai festival, o a scrivere sui giornali, o persino in tv, solo le persone intelligenti (si crei una app Immuni del QI, sarà più facile che gestire le nuove regole degli Oscar), che abbiano cose da dire e curriculum certificato per farlo. E qui non si può barare. Perché la vita è un tragicomico palcoscenico su cui ognuno sceglie la sua parte in commedia, cerca di farci la sua carriera e su quella soltanto può vantar diritto. Il resto è fuffa. A Brad Pitt nessuno, a parte qualche sciamannato, ha mai chiesto di essere pure intelligente, Depardieu è anche un ottimo chef, ma passerà alla storia per i suoi film. Moana Pozzi, che tutti celebrano per il genio che fu, era senz’altro una donna intelligente, ma non passerà alla storia per i suoi saggi di ermeneutica. Ognuno si attenga alla sua parte, uomo o donna che sia. E Michela Murgia a non essere invitata in eterno. Neppure in pizzeria.