Contro Mastro Ciliegia

“Sei stato nominato”. La farsa degli impresentabili

Maurizio Crippa

Perché aspettare la vigilia del voto per il colpo a effetto: “Candidato, sei stato nominato”?

Pensa un po’ che disastro se i cinque candidati campani riconducibili a De Luca avessero già regalato, comme d’habitude, la metà del paio di scarpe pattuito, come dei novelli Achille Lauro. La commissione Antimafia li ha bollati, a tre giorni dal voto, come “impresentabili”. In tutto sono tredici, tra Campania, col record di nove, Puglia e Val d’Aosta (ormai fissa nella top ten delle regioni a rischio: forse davvero ci dovevano mandare Antonio Ingroia, invece di lasciarlo disoccupato a candidarsi a sindaco di Campobello di Mazara). “Lo stato è vigile, ma la politica deve fare di più per garantire ai cittadini una degna rappresentanza”, ha dichiarato con tono da omileta Nicola Morra, presidente del premiato circolo di San Macuto.

 

Tutto si riconduce alla legge Severino, di cui vorremmo sempre scordarci, ma ci si ripropone a ogni elezione, e che farà in eterno più danni alla politica che manco un taglio di parlamentari, fosse pure fatto con la scure di Shining. Perché oltre che sulle sentenze certe della giustizia giusta, la “nostra funzione di controllo sulle liste”, spiega compunto il presidente Morra, riguarda anche le anticamere del sospetto, ovvero quelle dei tribunali dove passeggiano gli imputati in attesa di giudizio, e quelli a dibattimento aperto. E se poi risultassero innocenti? E soprattutto, con tutto il tempo che c’era, perché aspettare la vigilia del voto per il colpo a effetto: “Candidato, sei stato nominato”?

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"