(foto LaPresse)

Contro Mastro Ciliegia

Manca solo lo scioglimento del sangue di san Wojtyla

Maurizio Crippa

L’altro giorno a Spoleto è stata rubata dalla Cappella del Crocifisso nel duomo un’ampolla che conteneva sangue del Papa. Un altro segnale che il Dies Irae si avvicina

    Mentre il Vaticano pare stia per sprofondare con tutto il cupolone negli abissi di corrusche faide curiali (giovedì Bergoglio ha defenestrato un cardinale sardo-familista per storie di quattrini) altri foschi, anzi foschissimi segnali che il Dies Irae si avvicina si fanno manifesti. C’è ad esempio questa eccitazione magico-simbolica attorno al sangue di san Giovanni Paolo II, che potrebbe interessare uno studioso di antropologia religiosa. L’altro giorno a Spoleto è stata rubata dalla Cappella del Crocifisso nel duomo un’ampolla che conteneva sangue del Papa, dono nientemeno del cardinale Dziwisz. Cosa se ne facciano i ladri, non è chiaro. Del resto non è la prima volta.

     

    Al santuario di Tignale, Brescia, nel 2017 rubarono altre gocce della medesima e fluida reliquia. Perché circoli così tanto sangue di Karol Wojtyla, è un’altra bella storia: “L’ultimo giorno della sua vita terrena”, si legge in giro, “gli fu prelevato del sangue in vista di eventuali altre cure… Dio ha disposto diversamente”. E quel sangue è finito nelle ampolle. Si potrebbe dire un’economia circolare della fede. Nel frattempo a Varsavia un artista di non particolare fantasia, Jerzy Kalina, ha esposto fuori da un museo la sua nemesi (con vent’anni di ritardo) de La nona ora di Cattelan, quella del meteorite che schianta Giovanni Paolo II. Kalina ha fatto un Papa dritto e vigoroso che porta sopra la testa come un trofeo il famoso meteorite. Ma non contento, lo ha messo a camminare sopra una piscina, però rossa come il sangue. E chissà che voleva dire, ma certo il sangue di Wojtyla è una curiosa ossessione. Prepariamoci al Dies Irae.

    • Maurizio Crippa
    • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

      E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"