Contro Mastro Ciliegia
Il mistero dissolto del referendum di Anghiari
Non c’è nessuna Battaglia di Anghiari sotto il dipinto del Vasari nel Salone dei Cinquecento. Leonardo non l'ha mai dipinta, fine della favola. Spiace per Dan Brown
Le verità nascoste, le casseforti dietro alla crosta di un quadro, i misteri celati sotto mentite spoglie: sono davvero uno dei brividi più belli. Ad esempio: sarà vero che Immuni consuma la batteria perché se la fa di nascosto col Bluetooth? Sarà vero che Arcuri ha trovato i banchi a rotelle? E che la Gioconda è un autoritratto? Ieri, agli Uffizi, uno di questi affascinanti misteri (quello di attinenza leonardesca: Bluetooth è una bufala negazionista e Arcuri non è mai pervenuto, manco a rotelle) è stato definitivamente svelato, dicono gli studiosi.
Non c’è nessuna Battaglia di Anghiari perduta di Leonardo sotto il dipinto del Vasari nel Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio, ha detto Cecilia Frosinini, direttrice del dipartimento Restauro pitture murali dell’Opificio delle Pietre dure di Firenze, che ha condotto con un pool di esperti una nuova ricerca. Semplicemente, perché Leonardo non l’ha mai dipinta. Fine della bella favola. E spiace per Dan Brown, che ci aveva ricamato sopra un mare di minchiate.
Ma spiace soprattutto per Matteo Renzi, che quando era sindaco di Firenze un bel giorno dichiarò: “Dimostrato che la Battaglia d’Anghiari c’è, chiedo al governo di autorizzarci a verificare le condizioni in cui è. E a tirarla fuori”. Ma niente, anzi forse è meglio così anche per lui. Un mistero che svanisce può portarsi via anche un incubo ricorrente: il referendum non l’ha mai perduto, perché non è mai esistito. Era una balla messa in giro da Dan Brown. O da Calenda.