Contro Mastro Ciliegia
Nanni Moretti e il cinema d'oggi. (Forse)
I trabocchetti delle interviste parallele. Sul Corriere dice che molti registi e produttori della nuova generazione sembrano nati già vecchi. A Repubblica omettono la critica tagliente e riportano una versione camomilla da conferenza stampa del dpcm: è il pubblico che non c’è. Del resto, il cinema è sogno e mistero
Le interviste parallele sono un genere complicato, avrebbero messo in difficoltà anche Plutarco. Un bel genere necessario, ad ogni modo. Torna nelle sale restaurato Caro Diario di Nanni Moretti, lui non si concede spesso, è l’ora di intervistarlo. Corriere e Repubblica lo fanno insieme. O in parallelo. Niente di sorprendente, la notizia maggiore è che a Clint Eastwood Caro diario era piaciuto davvero; più una chicca maniacale, quasi un auto-cameo, sul colore scelto a pantone della mitica Vespa. Poi c’è una domanda sul finale, che non è che riveli un doppio standard di pensiero di Nanni Moretti, certo no. Ma una bizzarra e divergente linea interpretativa dei due giornali, sì. E fossimo ancora al tempo dei cineforum qualcuno la butterebbe in politica. La domanda è sul cinema italiano di oggi. Risposta Corriere: “C’è una nuova generazione di produttori, registi, sceneggiatori, attori. Si dividono in quelli che esordiscono con lavori convenzionali, come se fossero nati già vecchi, e coloro che orgogliosamente si disinteressano del pubblico. Penso che tra questi due estremi ci siano strade che andrebbero percorse”. Giudizio tagliente. Risposta Repubblica: “Mi sembra che sia cresciuta una nuova generazione di registi, produttori, sceneggiatori, attori. Forse non è cresciuta una nuova generazione di spettatori al cinema”. Una dissolvenza incrociata, che sfuma nel nulla di una frase a effetto che potrebbe andare bene anche in coda una conferenza stampa del dpcm. Cinema e giornalismo, sogno e mistero.