Contro Mastro Ciliegia

Il senso di Zaia per i veterinari

Maurizio Crippa

Il governatore veneto vuole arruolare i medici degli animali per fare i tamponi, "tanto siamo mammiferi". L'idea forse è geniale, come quando Zaia a Treviso ingaggiò gli "asini tosaerba", che lavoravano meglio dei cristiani. Basta che non finisca come con i topi da mangiare

Sopra Venezia regna un Leone, e i gatti in laguna son quasi animali sacri. Ma anche i veneti di terra hanno privilegiati rapporti con gli animali, e non soltanto nel senso che si attribuisce per proverbio ai vicentini. Il leghistissimo doge Luca Zaia, ad esempio, andò famoso al tempo in cui era presidente della provincia di Treviso perché fece acquistare alcuni “asini tosaerba” da mandare lungo le scarpate delle strade, perché, a suo dire, costavano meno e rendevano meglio dei cristiani. Finì in un flop, ma bisogna ammettere che fu un precursore dell’ecologismo spinto.

 

In marzo, all’esplodere della pandemia, se ne uscì invece con la famosa infelice frase, “li abbiamo visti tutti i cinesi mangiare i topi vivi”. E a parte i vicentini mangiagatti, qualcuno si ricordò di una mostra patrocinata dal suo Veneto, in cui spiccavano le foto dei topi appesi ad essiccare a Belluno durante la Grande guerra, prima di passare in pentola. Ma questa è storia.

 

  

Ora Luca Zaia se n’è uscito con un’altra proposta che a qualcuno pare indecente, ma forse è semplicemente geniale: “Chiederemo ai veterinari di fare i test rapidi”. Sono 2.450 in regione, un bell’aiuto. Tanto, sostiene il doge, “l’uomo è un mammifero”. E detto dal governatore che ha vinto la partita della prima fase, bisognerebbe stare ad ascoltarlo. Male che vada, stufato di asini per tutti.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"