Contro Mastro Ciliegia
Il senso di Zaia per i veterinari
Il governatore veneto vuole arruolare i medici degli animali per fare i tamponi, "tanto siamo mammiferi". L'idea forse è geniale, come quando Zaia a Treviso ingaggiò gli "asini tosaerba", che lavoravano meglio dei cristiani. Basta che non finisca come con i topi da mangiare
Sopra Venezia regna un Leone, e i gatti in laguna son quasi animali sacri. Ma anche i veneti di terra hanno privilegiati rapporti con gli animali, e non soltanto nel senso che si attribuisce per proverbio ai vicentini. Il leghistissimo doge Luca Zaia, ad esempio, andò famoso al tempo in cui era presidente della provincia di Treviso perché fece acquistare alcuni “asini tosaerba” da mandare lungo le scarpate delle strade, perché, a suo dire, costavano meno e rendevano meglio dei cristiani. Finì in un flop, ma bisogna ammettere che fu un precursore dell’ecologismo spinto.
In marzo, all’esplodere della pandemia, se ne uscì invece con la famosa infelice frase, “li abbiamo visti tutti i cinesi mangiare i topi vivi”. E a parte i vicentini mangiagatti, qualcuno si ricordò di una mostra patrocinata dal suo Veneto, in cui spiccavano le foto dei topi appesi ad essiccare a Belluno durante la Grande guerra, prima di passare in pentola. Ma questa è storia.
Ora Luca Zaia se n’è uscito con un’altra proposta che a qualcuno pare indecente, ma forse è semplicemente geniale: “Chiederemo ai veterinari di fare i test rapidi”. Sono 2.450 in regione, un bell’aiuto. Tanto, sostiene il doge, “l’uomo è un mammifero”. E detto dal governatore che ha vinto la partita della prima fase, bisognerebbe stare ad ascoltarlo. Male che vada, stufato di asini per tutti.