Il dottor destabilizzante
Mauro Bassetti è certo un ottimo medico. Ma quando rilascia interviste, una la dice e l'altra la contraddice. Prima la seconda ondata che non sarebbe arrivata, ora persino i morti contati male. Sarà per questo che piace a Salvini?
In caso di necessità, mi farei tranquillamente curare pure dai veterinari di Luca Zaia, e ancora meglio da Gino Strada nel Kalabristan. Figurarsi se non mi fiderei (quasi) ciecamente del “Lady Gaga dei virologi”, come lo chiama @stanzaselvaggia. Però poi, uscito dal reparto e diventato bello e immune almeno per un po’, non so se la reggerei una conversazione, pure distanziata, col dottor Matteo Bassetti. Non per pregiudizio, ma perché anche solo a leggere le sue dichiarazioni o a sentirlo parlare produce un effetto destabilizzante: o ci fa oppure ci è.
Intervistato in una tivù del mattino, ieri il direttore della Clinica malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, entrato in ritardo ma di prepotenza nel circo dell’expertise, ha detto: “Abbiamo sbagliato anche a contare i morti. Chiunque arrivasse in ospedale con un tampone positivo, anche se aveva un infarto veniva qualificato come morto per Covid”. Che sembrava un complottista di quelli “la Merkel nasconde i cadaveri”. Quest’estate era diventato famoso per un filino di negazionismo: “Chi dice che avremo una seconda ondata come la Spagnola fa terrorismo: siamo nel 2020, la Spagnola è arrivata quando non c’erano vaccini, antibiotici, ventilatori”. E ha detto che “ogni anno nel nostro paese muoiono circa 10 mila persone in seguito alle complicanze dell’influenza”. Poi che il lockdown andava fatto prima, poi però che ammazza il paese. Siccome lo criticano, lui risponde: “In un mondo di invidiosi dove i miei colleghi primeggiano, penso a Socrate”. Salvini lo adora. Forse è meno destabilizzante curarsi da Lady Gaga.
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