Il caso Leosini e il caso Morra. Due decisioni, casuali quanto arroganti, di una tv senza linea editoriale
L’impressione che la Rai attraversi una seria deriva di linea editoriale trova conferma in un’arietta di censura, tanto casuale quanto arrogante, non inedita ma che, appunto, riemerge nell’azienda pubblica nei momenti di incertezza. Bloccare la messa in onda di un’intervista a un condannato in via definitiva, realizzata da Franca Leosin, è tre volte illogico. Dal punto di vista aziendale, perché allora il più che ventennale programma di Leosini non avrebbe mai dovuto nascere. Da quello deontologico, perché Leosini è una giornalista Rai e lavora nel rispetto del contratto e delle regole. Ma soprattutto è grave dal punto di vista della libertà informativa, come molti hanno già notato: significa che non avremmo mai dovuto vedere neppure le interviste a Pino Pelosi, ad Angelo Izzo il boia del Circeo, a Cosima Serrano e Sabrina Misseri.
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