contro mastro ciliegia
Tabacco no ma cannabis sì. Wow!
San Francisco vieterà di fumare sigarette anche dentro il proprio appartamento. Ma ci si potrà fare le canne. Motivo? La cannabis è vietata in altri luoghi, quindi vietarla in casa sarebbe violazione di un diritto. Per i vecchi tabagisti, evidentemente, il diritto non c'è. Ben venuti nel Mondo Nuovo
Succedono cose bellissime, nel Mondo Nuovo che tutti ci ospita e a cui tutti dobbiamo pagare l’affitto. Senza però il diritto di stare a sottilizzare se il padrone di casa rispetta la logica, diremmo banalmente aristotelica e giuridica, o se la ribalta come una frittata di dpcm qualsiasi. Ci informa ad esempio il Los Angeles Times che San Francisco si avvia a diventare la prima grande città degli Stati Uniti in cui sarà vietato fumare sigarette di tabacco anche nel proprio appartamento, se faccia parte di un condominio (negli spazi comuni lo è già quasi ovunque, oltre che in molti luoghi pubblici). Ma, scrive il quotidiano, “con una notevole eccezione alla legge: la cannabis”. Sembra una battuta ma è vero ed è una questione sottile. Vietare il fumo passivo è un obbligo di tutela della salute, bene. Il fumo di una canna non è diverso, ma il legislatore vola più alto di questo dettaglio, direttamente nell’iperuranio del diritto. Il fatto è che fumare cannabis è vietato altrove in città, e nei luoghi pubblici, quindi l’unico posto in cui è possibile farlo è in casa propria, e vietare pure questo rifugio sarebbe una violazione dei diritti. Per quale motivo, però, lo stesso diritto non possa riguardare un inquilino tabagista nel suo appartamento, non si sa e costituisce un nuovo paradosso della logica. Meno male che da noi, per volersi divertire, ci saranno presto i punti vaccino di Arcuri, dove si andrà “a riconquistare la speranza” e si uscirà rilassati e fiduciosi nel futuro. Ai tabagismi di Frisco suggeriamo però una extrema ratio: fuggire nudi sui tetti dopo orge clandestine senza filtro. Mejo di Bruxelles.