Contro mastro ciliegia
Il Dpcm di Mihajlovic
"Non faccio la difesa a 3, ho fatto finta per capire chi parla coi giornalisti, prima o poi lo scopro e so' cazzi amari". Pensate come filerebbe tutto bene, senza fughe di bozze e relativa fughe natalizie dei cittadini, se la comunicazione dell'esecutivo la curasse lui
Metterlo al governo magari no, e non tanto perché una volta era amico della Tigre Arkan: anche Gigi Di Maio era amico di Dibba e oggi fila d’amore con Brunetta. Ma è che gli è rimasta una certa attitudine al comando militaresca, che sembra sempre pronta a passare al manesco. E di gente che voleva i pieni poteri ne abbiamo già vista. Però resta il fatto che Sinisa Mihajlovic, allenatore del Bologna, sarebbe perfetto, volesse cambiare, per dirigere il traffico della comunicazione del nostro baldanzoso e caotico esecutivo, e ancor più dei suoi molteplici comitati e apparati commissariali. Ieri gli fanno una domanda in conferenza stampa e lui, anziché minacciare querele al buio e con linguaggio barocchetto come Arcuri l’onnipotente, risponde: “Non ho provato la difesa a 3 per l’Inter. Ieri l’ho fatto per capire chi cazzo è che parla coi giornalisti. Siccome eravamo soli, ho fatto finta e infatti oggi l’ho trovato sui giornali. Ma lo scopro prima o poi e poi so’ cazzi amari. Ma so’ cazzi amari, ha finito di giocare”.
Pensate, se fosse il ministro dell’Informazione, o del Minculpop, quanto casino avremmo evitato con le bozze dei Dpcm che uscivano nottetempo, i decreti cambiavano come le tre carte. E quante fughe al nord, al sud, a sciare o dai congiunti ci saremmo risparmiati. Zitti e mosca, e se esce uno spiffero so’ cazzi. Che poi, in certi casi, servirebbe pure un esame rapido d’italiano. Ma quella è un’altra storia.