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contro mastro ciliegia

Letizia Moratti, buon segno

Maurizio Crippa

Sostituirà Gallera alla Sanità lombarda, o forse no. Ma l'ex sindaco, ed ex ministro, rappresenta un centrodestra che in passato ha saputo governare con le migliori élite e personalità del paese, Che il suo nome sia stato fatto, dimostra che di quella classe politica si sente molta

 nostalgia

Riservata e all’apparenza un po’ distaccata, come il suo caro Gian Marco. Ma non si può dire che Letizia Moratti, conclusa nel 2011 l’esperienza di sindaco di Milano, si sia ritirata dalla scena pubblica e dagli impegni, in campagna. Basterebbe guardare l’elenco di banche e istituzioni e iniziative filantropiche in cui è attiva. Anche se la sua casa in campagna, la sua “famiglia” come spesso la chiama, è la: a San Patrignano. E per SanPa ha rotto il silenzio, ieri, con una bella intervista al Corriere. Ora, nel disastro pandemico e vaccinale della sua Lombardia, e nel disastro della Sanità a distruzione gallerana, il suo nome è balzato in prima pagina nel rimpasto di giunta un po’ alla disperata che potrebbe portarla all’assessorato al Welfare. Questione di ore e di qualche gioco di potere, tra la Lega e il Cav., si vedrà. Non è sicuro che l’operazione vada in porto, è anche legittimo domandarsi che glielo faccia fare, a Lady Letizia, di infilarsi in una partita così complicata. A parte il suo coraggio per le sfide difficili e la sua attitudine al comando di piglio manageriale. Comunque vada, il fatto stesso che il suo nome sia stato fatto – a mo’ di chiamata della miglior riserva lombarda – ha un significato chiaro e anche un po’ simbolico. Il centrodestra in Italia ha saputo ben governare grazie a una classe politica, che spesso  veniva dall’industria, capace e attiva. In Lombardia soprattutto, a Milano soprattutto, ha saputo attingere a una élite e a una classe imprenditoriale di primo livello. Di cui oggia, in un centrodestra che non voglia schiantarsi nel populismo, si sente molta nostalgia.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"