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contro mastro ciliegia

La morte e l'empathy gap

Maurizio Crippa

Lo sconcertante trattamento giornalistico della morte sul lavoro di Luana d'Orazio, Come trasformare una vittima del lavoro in una testimonial acchiappa like, o lacrima, da tenere in pagina due giorni o tre

Secondo giorno delle cronache dedicate a Luana D’Orazio (nome e cognome, così ci mettiamo al riparo anche dai furbetti del dettaglio inutile, quelli “eh ma ha anche un cognome”. Datevi una calmata, sono soltanto titoli), la giovane donna morta sul lavoro in una fabbrica tessile in Toscana. Verso sera è spuntata, sulle homepage, l’altrettanto tragica notizia di un altro morto sul lavoro, Christian Martinelli, 49 anni, sposato e padre di due bambine. Un paio di giorni di resipiscenza non si nega a nessuno. Al netto che se n’è accorto pure Enrico Letta, ma con un giorno di ritardo, la cosa che ancora lascia sconcertati è il trattamento giornalistico della notizia. Riflessioni sulla sicurezza del lavoro? Poche. La prevalenza, invece, di uno storytelling più adatto a un incidente stradale, o a un misfatto da MeToo. Un utente mi ha scritto su Twitter: “E’ anche conseguenza del empathy gap”. Perbacco, sono corso a controllare: davvero per prendere coscienza di un problema grande come una casa abbiamo bisogno di trasformare una vittima del lavoro in una testimonial acchiappa like, o lacrima, da tenere in pagina due giorni o tre?

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"