contro mastro ciliegia

La storia, Mattarella e noi

Maurizio Crippa

Nel discorso per i 75 anni della Repubblica il presidente ha citato De Gregori: "‘La storia siamo noi’, ‘nessuno si senta escluso’”. Non un caso, è in sintonia perfetta con il suo insegnamento di questi sette anni: essere un popolo unito, cioè un popolo di costruttori. E ricostruttori. Grazie

Chissà se verrà giorno per un presiedete della Repubblica di citare anche Rino Gaetano. “Nuntereggae più” forse è la canzone che Sergio Mattarella canticchia ogni mattina facendosi la barba: tra un po’ si potrà riposare. Ma non ieri, non ancora. Il 2 giugno 2021, quarant’anni dalla morte del più politico dei cantautori antipolitici, passerà alla storia per il definitivo ingresso di Francesco De Gregori nel Pantheon della nazione. Dalla porta principale, la citazione per nulla causale del presidente della Repubblica: “Un bel brano di De Gregori dice ‘la storia siamo noi’, ‘nessuno si senta escluso’”.

 

C’è nella scelta di queste parole molto dell’insegnamento (possiamo definirlo così, giunti allo scorcio finale del settennato?) che la presidenza di Mattarella ha regalato agli italiani. Le parole quelle che bastano, mai troppe; i gesti con misura, dominando i media (sarà questo à plomb soffuso di empatia a far evocare Draghi?). E soprattutto l’idea di una nazione che è viva e forte perché nessuno esclude: la storia siamo noi. Di un cammino che dura da 75 anni, sicuro pur tra incidenti e accidenti: perché è sempre tempo di costruire il futuro. Un altro grande discorso sull’essere costruttori, cioè italiani.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"