contro mastro ciliegia

Sorella mascherina?!?

Maurizio Crippa

Dice lo psicoanalista Recalcati che molte persone faranno fatica a tornare alla vita senza la mascherina. Non ne dubitiamo, ovviamente. Del resto c'è anche la sindrome di Stoccolma. Ma arrivare a dire che dovremmo "avere nostalgia" della mascherina, suvvia. Ci ha salvato la vita, ma quando si potrà, sarebbe bello bruciarla in piazza, come le femministe il reggiseno

Massimo Recalcati è un famoso psicoanalista, nel suo lavoro incontra molte persone che hanno qualche problema con se stesse o con le proprie pirandelliane maschere. Quindi quando scrive che molte persone che pure hanno sofferto delle restrizioni di questi mesi faranno fatica a togliersi la mascherina, a tornare a vivere senza, non dubitiamo che sia vero. Del resto c’è anche la sindrome di Stoccolma. Casi clinici.

 

Poi ci sono quelli che della mascherina hanno fatto un simbolo del male, eccetera. Dice Recalcati che avranno anche loro conflitti da risolvere con il (presunto) ritorno alla normalità. E anche di questo non vogliamo dubitare. Ma quando arriva a scrivere, Recalcati, che sarà “meglio avere un  po’ di nostalgia della mascherina” e addirittura che dovremmo dire grazie a “nostra sorella mascherina”, vabbé dai.

 

La mascherina non è un simbolo (tranne per qualche disturbato), è un dispositivo di protezione individuale, ci ha salvato la vita e ne ha salvate a milioni. Ma quando non sarà più necessaria, sarebbe bello bruciarla in piazza, come le femministe il reggiseno. Ma quale sorella. Poi, c’è anche gente che dice che continuerà a portarla anche senza obbligo, “per rispetto degli altri”. Preti mancati. Altri casi clinici. 

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"