Contro mastro ciliegia
Oddio, i neo sanbabilini!
L'espressione "Milano bene" non si sentiva dagli anni 70. Ora è tornata per l'arresto di quattro giovani suprematisti alla Breivik che volevano sprangnare un immigrato. Li hanno fermati, bene. Ma il fatto che siano di famiglia ricca è un'aggravante? E Lombroso quando lo richiamiamo in servizio?
Non sentivo più l’espressione “Milano bene” dai tempi dei “sanbabilini” con i Ray-Ban degli anni ’70, di San Babila ore 20, o di La polizia s’incazza. Sarà l’irresistibile attrazione del vintage, ma tutti gli online sparavano ieri contro “i giovani della Milano bene”, i nuovi mostri neofascisti e suprematisti arrestati a Milano (quattro, ventenni: anche se a leggere i titoli sembrava una retata) perché in procinto di debuttare nel crimine razzista con un’azione violenta (“ma eviterei la testa se non finiamo nei guai”) contro una vittima esemplare: nero, musulmano, di sinistra. Lo volevano sprangare, i quattro adepti al gruppo Avanguardia Rivoluzionaria che si ispirava a Breivik e ai suprematisti americani. Li hanno fermati prima, ora avranno tempo di schiarirsi le idee dalla loro paccottiglia ideologica, internettiana, violenta. Ci sarà il tempo, anche per i giornali, di spiegare quel grottesco ricorso alla “Milano bene”. Erano, pare, di famiglie benestanti: ma è un’aggravante? La dimostrazione di un teorema? La prova provata della connessione tra ricchezza e razzismo? E se invece fossero stati fascisti poveri, di periferia? E Lombroso, quando lo richiamiamo in servizio?