Cerchi magici
Viva le siepi abbasso Velasco
Il surf sarà pure "lo sport degli dèi", ma finalmente arrivano le gare vere, quelle di sopravvivenza selvaggia e lotta, come la vita. E stavolta abbiamo due italiani in finale (anzi quasi tre). Viva il mezzofondo! e abbasso il moralista ex guru della pallavolo, un prete mancato che fa la morale dal pulpito Rai
Dài che gli sport wannabe olimpici, noiosi e non si sa perché li fanno, sono quasi finiti. Ok, rendiamo uno sberluccicante omaggio ai “bronzei Mercurio, dai talloni alati e veloci quanto il mare” che ci hanno stupiti come in Point Break, insomma al surf nella sua prima divina partecipazione. Ma che c’entra, quello è “uno sport da re per i re naturali della terra”, come raccontò il gran Jack London e ce lo fece scoprire, anno Domini 1907. Ma ora finalmente arriva l’atletica, l’essenza. E dell’essenza, lunedì, la finale che amo di più, perché non è solo corsa ma guerra selvaggia, sopravvivenza, sfida agli elementi: i 3.000 siepi. Il ragazzino wannabe mezzofondista che c’era in me li ha sempre ammirati, gara allo stremo eppure veloce. Come la vita.
E lunedì ci sono due eroi italiani che ci sono arrivati, Ala Zoghlami e Ahmed Abdelwahed, mentre il gemello di Ala, Osama, è rimasto fuori per quindici centesimi, per uno spruzzo della riviera. Verranno i velocisti, ma noi della razza che respiriamo adagio ringraziamo incantati Nadia Battocletti, in finale con record dei 5.000. E mandiamo un abbraccio a Yemaneberhan Crippa, gli invidio il first name, undicesimo nei 10.000 ma secondo tra gli europei (e primo tra i brianzoli che portano il nostro cognome). E ciao a Federica Pellegrini, che s’è presa un altro record italiano nella 4x100 (assieme a Margherita Panziera, Arianna Castiglioni, e Elena Di Liddo). Gli addii non finiscono mai.
Don Julio Velasco c’è sempre sembrato un prete mancato, più che un filosofo della metafora sportiva. E infatti. L’ex fiorettista Elisa Di Francisca (due ori a Londra) ha infilzato per gli scarsi risultati il ct delle schermitrici Cipressa e la performance non brillantissima di Arianna Errigo. Criticare una collega-nemica dopo una difficoltà, non è elegantissimo. E neanche criticare un ct con l’aria (secondo gli addetti) di volerne un altro. Ma che Velasco, dirigente nella pallavolo, in favore di pulpito e microfono Rai tuoni anatemi moralisti come manco Bergoglio quando s’incazza coi ricchi, fa ridere: “Io sono ancora più duro. È disgustoso. Queste dichiarazioni sono disgustose. Disgustoso parlare così di una collega e di un allenatore”.
Ma che sarà mai? Diamine, Di Francisca ha criticato un allenatore: se non si può più criticare un allenatore, il calcio insegna, si fa prima a chiudere lo sport. E persino il Barsport Rai. Ma il prete insiste: “Si dice buonismo… Sembra che adesso cercare di essere buono è un difetto. Se uno cerca il bene è un idiota buonista, non è sincero”. Ma che vuol dire? E Jacopo Volpi lì, a far da silenzioso turibolo manco avesse di fronte Borges redivivo. Velasco è stato un bravo e vincente allenatore di pallavolo, ma da quando fa il filosofo non ha mai cavato un’idea geniale. Però sta sul pulpito e predica: “Tutte le religioni della historia hanno cercato di sviluppare il bene contro il male”. Piaceva molto a Veltroni, ora somiglia decisamente a Enrico Letta.
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