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Contro mastro ciliegia

Un "direttore automatico" per la Lega

Maurizio Crippa

La comparsa del maestro Vessicchio significa che è ora di occuparsi della vera elezione che piace agli italiani. Il suo collega Vince Tempera ha svelato un "trucco" delle orchestre di Sanremo che potrebbe aiutare molto il pasticcione capo del Carroccio

Quando sui giornali ricompare la barbona grigia di Beppe Vessicchio, che ai più vecchi ormai ricorda il Verdi che c’era sulle millelire, significa che i giorni della merla sono l’ultimo ostacolo verso il sole in Riviera. Quest’anno è soprattutto il segnale che è ora di archiviare quello spettacolaccio loffio che sta occupando da una settimana gli schermi a reti unificate: sta per iniziare la vera Elezione Nazionale.

 

Stavolta però il maestro Vessicchio è comparso per dire che è chiuso in casa col Covid, ma che spera di farcela: la data è martedì, e per allora dovrebbero essere risolte le due questioni cruciali: la Repubblica con un presidente e gli italiani (due cose diverse, dài!) con il loro direttore preferito. Sanremo e politica. Intervistato da Rep., un altro maestro, Vince Tempera, ha detto che non dirige più all’Ariston, che gusto c’è ormai? “Negli ultimi anni le esibizioni avvengono spesso con l’ausilio di finti direttori d’orchestra”. Finti? Com’è possibile? “Vengono utilizzate molto le sequenze: basta alzare un braccio e la sequenza parte, l’orchestra allora segue e suona”. Mamma mia. Però, ad esempio: se sul podio del centrodestra, invece di un direttore stonato ce ne fosse uno magari pure automatico, ma che sappia dirigere la banda?

  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"