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Contro mastro ciliegia

Il risarcimento imposto al produttore di armi e quello (schivato) dei produttori di vino

Maurizio Crippa

L'assurdità del paradigma vittimario in base al quale c'è sempre qualcuno cui dare la colpa (e spillare quattrini) perché la vita è una maledetta stronza

L’Europarlamento ha tolto il comma di un articolo che imponeva ai produttori di vino di scrivere sull’etichetta che l’alcol fa venire il cancro, o giù di lì. Da qualche parte hanno inserito un sotto comma per distinguere tra il consumo nocivo e quello no (speriamo non abbiano scritto “ricreativo”, se no poi Giuliano Amato glielo boccia) e la domanda è sempre quella: ma la gente non è in grado di regolarsi da sola? No, nell’occidente decadente non lo è. Si è sempre “vittime” di qualcosa o qualcuno, e bisogna essere risarciti. E’ il paradigma vittimario, bellezza. Ad esempio nel Connecticut un produttore di armi dovrà risarcire 73 milioni di dollari a nove famiglie in quanto fabbricante di un fucile da guerra usato per la strage di Sandy Hook nel 2012. E’ la prima sentenza di questo tipo: è come imporre un risarcimento ai produttori di auto se ti investono, o a un mobiliere se ti danno una sedia in testa. E’ la prima volta, ma era una prima volta anche quando nel 2014 una donna in Florida riuscì a scucire 100 mila dollari a Starbucks perché si era scottata col caffè. Sembrava assurdo, invece il vittimismo è diventato norma. E’ sempre colpa di qualcuno che ti ha del male, sì: una stronza che si chiama vita. 

  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"