contro mastro ciliegia
Primo Levi contro Di Cesare
La filosofa del "punto di vista diverso da quello che prevale" sulla guerra di Putin, a furia di contestare "le semplificazioni" (che poi sarebbero i fatti: chi ha invaso chi?) è scivolata su un dettaglio decisivo, facendo dire all'autore di "Se questo è un uomo" il contrario di quel che dice. Gli spettatori dovrebbero sapere anche questo
"Sono stata a Piazza pulita per esprimere un punto di vista diverso da quello che prevale”. Così twitta Donatella Di Cesare, filosofa teoretica, recente protagonista nel circo Barnun dei talk, grazie al domatore Formigli. Il quale, dopo le meritate critiche incassate dalla nuova coppia “è stata tua la colpa” Orsini-Di Cesare, ha deciso di insistere: “Trattare i telespettatori da bambini è un vecchio riflesso che speravamo scomparso. Per questo ospiteremo nuovamente Donatella Di Cesare e Alessandro Orsini”. E tutto va bene, gli spettatori non vanno trattati da bambini. Però nemmeno turlupinati con affermazioni che possono indurre in fraintendimenti.
Ieri, mentre con le sue contro-semplificazioni filosofiche riusciva a far perdere le staffe persino a un anacoreta come Mario Calabresi, Di Cesare ha preso una topica, e si spera non fosse voluta. Ha detto che bisogna comprendere le motivazioni dei conflitti, e blabla, perché, come diceva anche Primo Levi, “comprendere non è giustificare”. Peccato che Primo Levi avesse detto proprio l’opposto. Nell’Appendice del 1976 a Se questo è un uomo, in cui rispondeva alle questioni più spesso sollevate dal suo libro, scriveva che “forse quanto è avvenuto non si può comprendere, anzi, non si deve comprendere, perché comprendere è quasi giustificare”. E anche questo, caro Formigli, gli spettatori non bambini avrebbero diritto di saperlo.
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