contro mastro ciliegia
Nessun "clangore" su Samantha
La giovane donna in stato vegetativo è morta dopo la sospensione dei sostegni vitali, comne prevede la legge sul Fine vita. Il Fatto scrisse contro gli starnazzi di una "umanità bigotta". Nessuno li ha uditi. Anzi s'è letto un commento civile e sobrio. Ma di Avvenire. I bigotti stanno altrove
E’ morta in un ospedale in Veneto Samantha D’Incà, una giovane donna che dal dicembre 2020 era in stato vegetativo irreversibile. Le è stata interrotta la nutrizione artificiale. A decidere per questo esito il padre, Giorgio, che aveva ottenuto nel novembre scorso la nomina come amministratore di sostegno della figlia, unico modo per avere il via libera all’interruzione dei sostegni vitali come prevede la legge sul fine vita del 2017, poiché la donna non aveva redatto le Dichiarazioni anticipate di trattamento.
Quando con la nomina iniziarono le procedure previste, lo psicanalista Maurizio Montanari (non parente), scrisse: “Starnazza ferocemente, per ora solo in rete, quella parte livida e reazionaria di opinione pubblica pronta a dichiarare guerra… cresce il clangore della grida indignate di quell’umanità bigotta, feroce ed ottusa”, eccetera. Ora, va bene che lo scriveva sul blog di un giornale che ha appena ingaggiato il prof che vorrebbe abbandonare Zelensky al suo destino, ma nessun clangore s’è udito. Anzi un giornale ha scritto civilmente che si è trattato di una scelta clinica inevitabile, che fa parte dei diritti costituzionali di tutti i cittadini, come la sospensione delle cure”. Ma è Avvenire.
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