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Contro Mastro Ciliegia

La Norvegia e la Nato del calcio. Uff

Maurizio Crippa

Al Mondiale invernale e farlocco non ci saremo, e poco male. Ma la filippica di Lise Klaveness, capa della federazione norvegese, che vorrebbe esportare la democrazia nel dorato mondo del pallone, è una bella scemenza

La partita d’inaugurazione del Mundial 2022 sarà Qatar-Equador, dunque per il 21 novembre Netflix e “Don Matteo” possono fare ancora incetta di spettatori, non la guarda nessuno. E per gli italiani sul divano si potrebbe chiudere qui, la lacrimevole faccenda del farlocchissimo mondiale giocato mentre tutto il mondo pensa al Black Friday e ai regali di Natale. Ma lo sceicco lo Khalid Bin Khalifa Al-Thani era molto felice lo stesso, coi portafogli pieni. E poco gliene frega delle filippiche di Lise Klaveness, capa della Federazione norvegese, che pensando di essere a Palazzo di vetro all’ultima assemblea Fifa ha squadernato invettive morali degne di miglior causa contro un torneo in cui “i diritti umani e la democrazia non stavano nella formazione titolare e non lo sono nemmeno adesso”. Ha ricordato i lavoratori morti, molto giusto. Poi ha detto che “non ci deve essere spazio per leader che non permettono il calcio femminile” e non rispettano le persone Lgbtq+. Se la Fifa fosse la Nato, dovrebbe occuparsene, ma non lo è. In ogni caso, la Norvegia è stata eliminata prima di noi, nel calcio conta come il prof Orsini in geopolitica, Haaland è l’attaccante più forte del mondo, ma ha le valigie pronte destinazione il City emiratino. Esportare la democrazia nel calcio, la prossima volta.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"