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contro mastro ciliegia

No, su Bucha non ci sono "due propagande"

Maurizio Crippa

Fa solo schifo pensarlo, che si possano considerare sullo stesso piano i fatti, e i morti, e le balle di chi nega, o ha dei "dubbi". Ma ormai è passato il messaggio che ci siano sempre delle "legittime opinioni a confronto". Non è vero. Ma purtoppo non andrà via

Prendete uno poco avvezzo ai social visuali o alle app che catturano montano o deformano immagini, uno tipo me. Mi farei ingannare anche da un seienne. Forse i russi sono in media peggio di me, e possono bersi la storia che i morti ammazzati di Bucha non fossero morti, vedete che si muovono?, come da propaganda di Putin. No: era solo l’effetto di una goccia di pioggia sul vetro, i morti sono morti.

 

Forse qui da noi i babbioni sono meno. Ma forse no: se possono essere intervistati, come esprimessero pareri accreditati, personaggi screditati che insinuano di set da cinema e comparse. Se l’Anpi arriva a dire che “condanna fermamente il massacro di Bucha”, ma “in attesa di una commissione d’inchiesta internazionale guidata dall’Onu e formata da rappresentanti di paesi neutrali, per appurare cosa davvero è avvenuto, perché è avvenuto, chi sono i responsabili”.

 

Una vergogna, ma non casuale: ormai, non solo in tv ma persino nel discorso politico, è prevalsa la madre di tutte le menzogne: che ci siano sempre a confronto non fatti e balle, ma due diverse “propagande”. Per cui le immagini dei morti ammazzati valgono propaganda, uguale alla propaganda di Putin, di Freccero. Non è così, davvero non è così, fa schifo solo il pensiero. Ma non andrà via, come una goccia d’acqua sul vetro.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"