contro mastro ciliegia
Genocidi, democrazie e ipocrisia
Quattro casi di contraddizione, pietre d'inciampo, fra l'uso delle parole e la politica. Boris Johnson, Biden, Letta e Michsel Walzer. Ma poi arriva l'Anpi che non vuole le bandiere Nato al 25 Aprile, e allora va quasi bene così
contro mastro ciliegiaCaso numero 1. Un giorno Boris “bring your own booze” Johnson si concede una passeggiata atlantica dal sapore vagamente neo imperiale a Kiyv – lo spirito dei seicento di Balaklava aleggia ancora – e un giorno invece una passeggiata nel Kent per annunciare l’ideuzza di “ricollocare” a forza i migranti clandestini in Ruanda, terra che porta la memoria genocidi ancora freschi. Tempestivo.
2) Patrick Lyoya era un giovane uomo di origine congolese finito morto sparato da un poliziotto bianco a Grand Rapids: un proiettile alla nuca senza apparente motivo. Ma Trump non c’è più, così il genocidio degli afroamericani è uscito un po’ di scena, mentre Joe Biden maneggia ruvidamente la parola: ma esportandola per sicurezza lontano dall’America, verso la Russia.
3) Dice Enrico Letta che non si deve comprare gas dall’Egitto, per via del caso Regeni. Ed è giusto così, ma forse allora non dovremmo comprare petrolio dagli affettatori di Khashoggi, o serie tv da quelli che mandarono sulla sedia Sacco & Vanzetti (Here’s to you). Confondere i diritti umani con un guerra d’invasione, vaste programme.
4) Michael Walzer, gran filosofo, intervistato da Repubblica azzarda che quello di Putin forse non è genocidio, ma “genocidio culturale” però sì. Facile. Ma servirà un tribunale speciale culturale?
Ps. Poi arriva Pagliarulo, che invece non vuole le bandiere della Nato il 25 Aprile, e forse sull’ipocrisia delle democrazie si può quasi sorvolare.