contro mastro ciliegia
Scambio di prigionieri? Gli eroi non sono in vendita
I russi dileggiano il soldato Aiden Aslin e il suo commilitone, sempre inglese. Li chiamano mercenari e tentano di renderli zimbelli. Ora vogliono scambiarli per l’oligarca Medvedchuk
Lo avevamo lasciato senza più cibo né munizioni, lo avevamo lasciato come in un lungo addio, nell’inferno di Mariupol. E lo avevamo salutato come si salutano gli eroi. Gli eroi non per caso, ma quelli “che se la vanno a cercare” perché non si tirano indietro. Invece lo abbiamo ritrovato vivo, e maltrattato, nella tv della propaganda feroce di Putin (e fuori ogni convenzione, questo va da sé), il nostro eroe Aiden Aslin, del Nottinghamshire, marine dell’esercito di Kyiv. Assieme a un compagno, Shaun Pinner si chiama, del Bedfordshire, un altro che combatteva in Ucraina come volontario.
Trasformare gli eroi in zimbelli da propaganda, in “prove viventi del coinvolgimento di potenze straniere”, è il gioco preferito dei tiranni. Da due giorni li mostrano su tutti i canali, come alla fiera, e li chiamano con disprezzo “mercenari”. Sono soldati volontari, invece, e Pinner vive da quattro anni nel paese, con sua moglie. “Sono pronto a difendere la mia famiglia e la mia città adottiva”, aveva detto al Mail. Per irrisione, per scherno crudele, i russi propongono uno scambio di prigionieri con l’oligarca Medvedchuk, arrestato a Kyiv. Ma gli eroi non sono in vendita.
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