contro mastro ciliegia

Donna Assunta e Piazzale Loreto

Maurizio Crippa

La retorica indignazione pavloviana per i saluti romani al funerale della signora Almirante non si replica per lo scempio di Piazzale Loreto, supplementare inutile della Resistenza di cui oggi ricorre l'anniversario

Con i tempi di reazione giornalistica tipici dei cani di Pavlov (più o meno la stessa rapidità da Redattore Automatikòs che ha fatto annunciare a tutti la morte di Mino Raiola con netto e volgare anticipo) i siti dei giornali si sono riempiti di titoli siffatti: “Braccia tese per il saluto fascista al funerale di Assunta Almirante”. Nel migliore dei casi, tautologie. Come volevano che salutassero, i funerei convenuti, se non con il loro classico “Camerata Assunta Almirante. Presente!”? Niente di cui scandalizzarsi, la signora aveva cent’anni, è vissuta in un altro secolo e nel suo secolo ha voluto morire, come diceva Joan Crawford in Johnny Guitar. E del resto la loro retorica da criceti da tastiera l’avevano già esaurita indignandosi perché era la moglie del fascista fucilatore di Salò (chissà perché, però, Dario Fo rastrellatore di Salò ha sempre indignato meno). Oggi intanto, se a qualcuno interessasse, è l’anniversario della mattina in cui i partigiani appesero a testa in giù il Duce, Claretta e gli altri a piazzale Loreto. Uno scempio supplementare e inutile, con la folla che calpestava i morti e li copriva di sputi. Tanti eredi abusivi di quei momenti adesso non cantano Bella Ciao per l’Ucraina e stanno dalla parte del dittatore di Mosca. A chi la falsità? A voi.

  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"