contro mastro ciliegia
Fischiare gli ebrei che combatterono Hitler non è reato
Ogni anno il 25 aprile la Brigata ebraica viene insultata e minacciata da facinorosi di sinistra. Nessun problema: è tutto lecito e legale, lo ha stabilito un giudice di Milano
Il 25 aprile di ogni anno si ricorda la Liberazione dal nazifascismo – che fu tra le altre cose responsabile dello sterminio degli ebrei – ottenuta col sacrificio dei partigiani (quelli veri, no Anpi postuma), supportati alla grande dai soldati Alleati e a fianco dei quali combatté eroicamente anche la Brigata ebraica. La festa è in modo particolare loro: furono gli ebrei a pagare il prezzo più alto al nazifascismo. Ma ogni anno, a Milano, la Brigata ebraica viene insultata, fischiata, riceve minacce. Sembra assurdo, e invece no: è perfettamente lecito e legale.
Lo ha stabilito (ieri le motivazioni) un tribunale di Milano che doveva giudicare quattro facinorosi dell’area antagonista che nel 2018, al passaggio della Brigata, avevano mimato il gesto del mitra, e di sgozzare, e gridato altre porcate. Il giudice ha stabilito che “i gesti contestati non erano minacce ma mimavano le azioni militari di Israele”.
Cosa c’entrino cittadini italiani con Israele, ce lo faremo spiegare da qualche genio tipo Santoro. Mentre l’aggravante dell’odio razziale è così palese che la capirebbe pure Pagliarulo: ma non il giudice, che l’ha negata. Meglio un reo assolto che un innocente condannato, sì.
Però siccome le sentenze fanno mentalità, ecco: fischiare gli ebrei che combatterono Hitler non è reato.