Foto Ansa

Contro Mastro Ciliegia

Pep e Carlo V Ancelotti: ragione e sentimenti (meglio il cuore)

Maurizio Crippa

Meno male che c'è il calcio, lo sport in cui si gioca 11 contro 11 e poi di solito vince il Real. Gran partita dei campioni, ma il calcio è sempre più degli allenatori. Applausi mesti al filosofo tradito dalle sue presunzioni, e un trionfo per il saggio italiano

Meno male che c’è il calcio, questo sport fantastico dove si gioca undici contro undici e di solito vince il Real, per parafrasare. Dove tutti gli anni Mr. Uefa Ceferin fa la guerra a Don Florentino ma alla fine il Madrid è in finale, e invece i suoi cari amici qatarioti del Psg una cippa come sempre. Il calcio che è dei grandi campioni, i Modric e Benzema e i nuovi Rodrygo, e i giovani De Bruyne e Foden che però gli manca ancora quel tanto così, che poi fa la differenza. E il calcio dei grandi allenatori, perché è sempre più il calcio dei grandi allenatori.

Oggi in tanti hanno reso omaggio al grande sconfitto, che ieri girava al Bernabeu a distribuire mesta filosofia ai suoi, e a ricevere applausi dal pubblico (specialità madrilista, ma solo se vincono), e tutti a dire che è uno che insegna calcio. Ed è vero, non fosse per quella maledizione, ormai, che l’ha portato sei volte fuori dalla finale, e sempre nello stesso modo un po’ presuntuoso, e l’hanno scorso la finale la proprio persa male. E poi c’è il vecchio emiliano, il grande italiano, “Carlo V” Ancelotti ormai lo chiamano, che dice umile e terragno: “In questo tipo di partita non è tanto importante chi inizia la partita ma chi la finisce”. Magnifico saggio, che sa che è in fondo è una questione di uomini, di sentimenti. Altro che filosofia. 

Di più su questi argomenti:
  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"