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contro mastro ciliegia

Un caffè populista

Dovrebbero multare i clienti, non i baristi

Maurizio Crippa

Chiamare i vigili perché in una raffinata caffetteria che seleziona solo chicchi esotici un decaffeinato viene fatto pagare due euro, è l'ultima trovata di un'ignoranza sociale diffusa e perniciosa. Se prima di entrare in un bar non capisci che tipo di locale è, e cosa vende, sei come quelli che hanno votato Grillo e ora si lamentano che la povertà non è stata abolita

L’esercente di una raffinata caffetteria che seleziona chicchi speciali in Firenze s’è beccato mille euri di multa per colpa di un virus contagioso: l’ignoranza sociale di taluni avventori. Un cliente, diciamo ignaro del vivere nel mondo, richiesto di pagare due euro la consumazione, un decaffeinato, ha infatti chiamato i vigili, che hanno comminato la multa perché il prezzo non era esposto al banco, secondo una legge tardo borbonica e dunque dismessa nei fatti.

Il punto non è se debba o no essere obbligatorio esporre al banco tutti i prezzi di tutte le consumazioni. Il punto è: ma il bevitore di decaffeinato, prima di entrare in un bar, non lo guarda? Non sa mentalmente catalogarlo: a buon mercato, caro, fighetto, da evitare? Non riesce a immaginare che in un locale specializzato in miscele per intenditori di chicchi esotici si spenda più che alla macchinetta? E allora perché entra, se non è disposto a pagare? I bar dovrebbero essere vietati ai babbei. Chi chiama i gendarmi per il prezzo di un caffè, perché non conosce il valore di una miscela messicana, è come chi ha votato Grillo e adesso si lamenta perché la povertà non è stata abolita e uno non vale uno nemmeno al caffè. Dovrebbero multare lui, come nel paese del Barbagianni. 

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"