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contro mastro ciliegia

La "soprana" e il giornalista collettivo

Maurizio Crippa

Lo svarione senza senso del Corriere, che in un titolo volge al (presunto) femminile la qualifica riservata alle cantanti donne. Militanza o ignoranza? E' probabile che sia solo un riflesso condizionato, ormai a qualcuno può venire il dubbio di dover femminilizzare anche i femminili

Pierluigi Panza è un bravo e raffinato giornalist* culturale del Corriere della Sera, ieri ha scritto una bella cronaca per il dorso milanese del quotidiano di via Solferino sul ritorno alla Scala di Anna Netrebko, brava cantant* russa che torna a esibirsi a Milano. Gli asterischi privi di senso che avete letto poche parole fa non hanno nulla a che fare né con lei né col bravo Panza, che nel suo articolo la chiama per ciò che è, “il soprano”, alludono alla scemenza che qualcun* al Corriere si è inventat* nel catenaccio, scrivendo “la soprana russa”.

Se sia stata la mossa ardita di qualche militante dell’equità di genere, o se sia il tasso di competenza linguistica dei giornalisti in caduta verticale, non sapremmo dire. In ogni caso è più probabile, ma non meno disperante, che si sia trattato di un riflesso condizionato. S’è fatta una tale e insensata questione di principio sulle qualifiche da essere scivolati sulle desinenze – spesso senza il minimo valore aggiunto  –, così a qualcuno può venire il dubbio di dover volgere al femminile persino le parole femminili. Che “a” sia femminile e “o” maschile è però una credenza magico-cretina che i bambini dismettono non appena imparano l’alfabeto. Ma qui si è regrediti all’età evolutiva, e vedremo comparire prima o poi un “tenoro” o una “contralta”. Applausi. 

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"