contro mastro ciliegia
La delega Espresso
La sconcertante copertina del settimanale, che evoca la minaccia del ritorno dei "mafiosi" in pensione. Ma soprattutto, quella pazzesca idea giustizialista che la magistratura abbia avuto una "delega in bianco" per sostituire la politica. Ma quando? E da chi? Forse nei sogni deliranti dell'antimafia chiodata e perdente
Al caro Marco Damilano alla fine è andata bene, è uscito a testa alta dell’Espresso e nulla ha da spartire con la nera copertina del nuovo numero: mezzo volto di Cuffaro e mezzo di Dell’Utri, un poster della Piovra anni ’80. Ma soprattutto, in mezzo, un sommario sconcertante: “Il ritorno dei condannati per reati di mafia… Neanche la delega alla magistratura ha legittimato una classe dirigente che si dice nuova”. Delega alla magistratura? Quale? Quando? Si va all’interno, forse è uno svarione. Ma lì romba l’editorialessa di Lirio Abbate, giustizialismo d’antan: “La delega in bianco alla magistratura non ha innalzato una diga. L’idea di abolire la Severino ne è una prova”.
Ora, Cuffaro e Dell’Utri hanno scontato le loro pene e sono interdetti dai pubblici uffici a prescindere dalla Severino (che pure Violante e Bonino ora vorrebbero non aver mai appoggiato). Ma nessuno, in uno stato di diritto, può impedire a due cittadini di dire la propria sulle elezioni in Sicilia. Resta questo assurdo, la “delega in bianco”. Chi mai ha dato alla magistratura una delega in bianco? E’ il sogno delirante dell’antimafia chiodata e sempre sconfitta nei processi. E prima di una magistratura che pensò di prendersi responsabilità che la Costituzione non le affida. “L’occasione mancata” che Davigo rimpiange. Per fortuna.