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contro mastro ciliegia

La delega Espresso

Maurizio Crippa

La sconcertante copertina del settimanale, che evoca la minaccia del ritorno dei "mafiosi" in pensione. Ma soprattutto, quella pazzesca idea giustizialista che la magistratura abbia avuto una "delega in bianco" per sostituire la politica. Ma quando? E da chi? Forse nei sogni deliranti dell'antimafia chiodata e perdente

Al caro Marco Damilano alla fine è andata bene, è uscito a testa alta dell’Espresso e nulla ha da spartire con la nera copertina del nuovo numero: mezzo volto di Cuffaro e mezzo di Dell’Utri, un poster della Piovra anni ’80. Ma soprattutto, in mezzo, un sommario sconcertante: “Il ritorno dei condannati per reati di mafia… Neanche la delega alla magistratura ha legittimato una classe dirigente che si dice nuova”. Delega alla magistratura? Quale? Quando? Si va all’interno, forse è uno svarione. Ma lì romba l’editorialessa di Lirio Abbate, giustizialismo d’antan: “La delega in bianco alla magistratura non ha innalzato una diga. L’idea di abolire la Severino ne è una prova”.

Ora, Cuffaro e Dell’Utri hanno scontato le loro pene e sono interdetti dai pubblici uffici a prescindere dalla Severino (che pure Violante e Bonino ora vorrebbero non aver mai appoggiato). Ma nessuno, in uno stato di diritto, può impedire a due cittadini di dire la propria sulle elezioni in Sicilia. Resta questo assurdo, la “delega in bianco”. Chi mai ha dato alla magistratura una delega in bianco? E’ il sogno delirante dell’antimafia chiodata e sempre sconfitta nei processi. E prima di una magistratura che pensò di prendersi responsabilità che la Costituzione non le affida. “L’occasione mancata” che Davigo rimpiange. Per fortuna. 

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"