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contro mastro ciliegia

Il posto dov'è Elena, e forse un giorno sarà Martina

Maurizio Crippa

Non c'è troppo da dire sul caso della bambina uccisa da sua mamma in Sicilia. La maternità è una cosa così impossibile a volte da vivere che esplode in un mistero. Ma il luogo dove adesso è Elena è bello, e forse un giorno arriverà anche sua mamma

Della tragedia di Elena Del Pozzo, la bambina di quattro anni coi riccioli sulla fronte uccisa a coltellate a Mascalucia, nella campagna di Catania, da sua madre Martina, 23 anni, che era appena andata a prenderla all’asilo, ci si può solo augurare di non dover leggere oggi troppe banalità, troppe psicologie e sociologie. Basta la pena. Martina ha inventato l’alibi di un minuto, poi ha detto l’unica cosa dicibile: “Non sapevo quel che facevo”.

  

Quando a uccidere sono i padri, anche loro di solito non lo sanno quel che fanno, ma è come più normale dire: l’orco, il patriarcato. Quando è una madre a straziare la carne che ha fatto nascere non c’è niente da dire che già non si sappia, e che smentisce nello sgomento tutte le filosofie sulle donne: che la maternità è una cosa così intima, così impossibile da dire e vivere, che a volte esplode, finisce male. Resta solo da sperare che almeno sia andata così, che Elena non si sia resa conto di quel che le accadeva. Non lo poteva sapere neanche lei, “quel che faceva”.

 

Resta solo il pensiero, non è molto ma è vero, che ora Elena è in luogo bello. Un luogo dove magari, un giorno, incontrerà di nuovo sua mamma Martina. Perché “fine pena mai” è una orribile espressione che usano gli uomini qui sulla terra. Ma là dove vanno le Elene e le Martine, la pena invece finisce.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"