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contro mastro ciliegia

Evviva l'olio di palma

Maurizio Crippa

Dopo anni di campagne, ecologiste ma anche un po' opache, ora che la guerra sta bloccando anche l'olio di girasole, punto di forza dell'Ucraina, tutti si stanno accorgendo che questo olio non è così male

Sono tentato di affermare, qui, che una bella pizza di Briatore col patanegra a 65 euri me la mangerei volentieri, pagando s’intende. Almeno per contrastare l’indigeribile populismo pizzaiolo per il quale la pizza è povera e la sovranità appartiene a Napoli. Libera pizza in libero mercato. Ben diverso, e più serio, è il caso dell’olio di palma, che sta tornando alla grande e merita un evviva.

 

Negli scorsi anni contro questo benefico alimento è stata condotta una guerra ideologica, e anche un po’ opaca, basata sul fatto che le coltivazioni intensive, asiatiche, distruggevano le foreste pluviali. Invano aziende come Nestlé o Ferrero avevano tentato di spiegare che esistono anche le piantagioni controllate, ma niente. Scrivere “senza olio di palma” sulla scatola dei biscotti divenne un must della correctness. Ora, leggiamo sull’Occidentale, la guerra sta bloccando anche i semi di girasole che arrivavano dall’Ucraina, e a un tratto l’olio di palma è tornato commestibile. Come il gas nigeriano. Alla faccia anche dei tanti, falsi miti su presunti danni alla salute fatti circolare in passato. Secondo me l’olio di palma è persino buono. Vogliamo  tornare al più  presto a poter usare i magnifici girasoli dell’Ucraina, alla faccia di quello là. Però, ogni tanto, la guerra uccide anche le balle.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"