contro mastro ciliegia
Il prete senza fili
La vicenda del prete licenziato perché ha criticato il suo vescovo? Una bufala. Una volta Don Camillo parlava direttamente col Crocifisso, ora anche in chiesa va di moda la comunicazione stile "De Masi"
Una volta Don Camillo parlava direttamente col Crocifisso e il messaggio divino gli arrivava forte e chiaro, senza interposti strafalcioni. Ora pare che anche tra i preti vada di moda il telefono senza fili, del tipo usato da Giuseppi e De Masi (ho sentito Grillo che ha sentito Draghi che ha detto che Conte) e il gioco è fatto. Don Marco Campedelli, prete e prof di religione a Verona, anzi “teologo e narratore”, che ha avuto il suo quarto d’ora warholiano per aver criticato all’agenzia catto prog Adista “le esternazioni” del suo vescovo, che aveva invitato i suoi preti a “far riflettere” i fedeli su chi votare, dice di aver ricevuto una telefonata dalla curia che annunciava il suo licenziamento.
Il telefono senza fili è arrivato ad Adista, e tutti a fare: bum! Peccato che non sia vero, che la curia abbia smentito persino la telefonata. Del resto, spiegano all’ufficio diocesano, è la scuola che nomina i prof di religione, anche volendo il vescovo non può licenziare nessuno. Il siluramento s’è perso tra i fili, e Adista ha modificato la linea: il licenziamento “non era ancora scritto nero su bianco, e ciò, si suppone, ha consentito alla Curia di Verona di negare che nulla fosse mai accaduto”. E niente, la prossima volta, prima di inventare perseguitati a causa della fede, telefonate a De Masi.
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