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contro mastro ciliegia

Vettel e il pulmino di Letta

Maurizio Crippa

La boutade stupidotta e inquinante del pilota dopo il Gran Premio di Monza: sbagliato far volare le Frecce Tricolori (era un centenario, e c'era anche Mattarella) perché inquinano. e invece, il gran circo della Formula Uno cosa fa, ripulisce l'atmosfera? Comunque, se vuole, può sempre correre il prossimo GP con il bolide elettrico del Pd

Da buon monzese adoro il Gran Premio, e da buon monzese come ogni anno ne sto alla larga, troppo baccano e stavolta anche il record mondiale di spettatori. Scopro però soltanto dopo, a cose fatte, a Mattarella che ha dovuto sobbarcarsi pure Stallone, che fuggendo dal cielo azzurro sopra la Parabolica quest’anno avrei guadagnato anche in salute. Sebastian Vettel, campione avviato a fine corsa, ha sparato un’invettiva cretinotta, visto il pulpito, contro la consueta svolazzata delle Frecce Tricolori prima della gara: “So che il Presidente italiano ha insistito per l’esibizione aerea. Ha circa 100 anni, quindi capisco sia difficile mettere da parte l’egoismo” (cento anni li festeggiava il Gran Premio di Monza, ma la simpatia è un dono di natura).

Non bisognava farle volare le Frecce, dice: “La F1 aveva promesso che le esibizioni aeree non ci sarebbero più state. Ci sono anche i cartelli affissi in ogni circuito, dove sono elencati gli obiettivi da raggiungere per rendere il posto un mondo migliore”. Il senso, dunque, è che le Frecce inquinano troppo. E detto da uno che passa la vita a produrre CO2 con i mezzi più inquinanti del pianeta, è una non necessaria e inquinante fesseria. Però, se proprio vuole, il prossimo GP può correrlo con pulmino elettrico di Enrico Letta.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"