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contro mastro ciliegia

Laura Pausini presa all'amo

Maurizio Crippa

La stucchevole e inutile polemica su Bella Ciao ha avuto un esito sgradevole, e che la dice lunga su come venga trattata la libertà d'espressione da chi ritiene di essere il tutto, e non la parte: la cantante s'è sentita in dovere di farsi processare, e di doversi giustificare per una scelta normalissima e libera

Bella ciao” è brutta, non lo dice mai nessuno ma prima o poi andrebbe detto; anche tralasciando la corposa filologia e musicologia partigiana, basterebbe la “Casa di carta” per attestarlo. Non è una canzone di parte, anche se pretendere di essere il tutto e non la parte (“chi afferma di non essere di sinistra”, eccetera) è una scemenza. Il fatto che sia intervenuto nientemeno che Pif certifica che la faccenda è priva di fondamento. Si fosse limitata a dire che non la canta perché non le piace, Laura Pausini avrebbe forse scampato la trafila. Forse. Perché l’unica cosa degna di nota, e che dà da pensare su come sia malmessa la libertà di espressione in Italia, è che Laura Pausini si sia sentita in dovere di esibire la sua excusatio molto petita, ma per nulla dovuta: “Volevo evitare di essere trascinata e strumentalizzata in un momento di campagna elettorale”, ha ribadito, e poi ha aggiunto, rivolta alla giuria di un ridicolo processo politico-mediatico: “Aborro il fascismo e ogni tipo di dittatura”. La Stampa ci ha fatto un titolo da Comintern, o da autodafé, “Pausini si giustifica”. Ma giustificarsi di cosa, per cosa? Per quel che canta o non canta? Avrebbe fatto meglio a dirla tutta: Bella ciao è brutta. Invece s’è fatta prendere all’amo dai suoi giudici. Ovviamente non autorizzati.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"