contro mastro ciliegia
Il Pd e i soldati di Salamina
Javier Cercas è un bravo scrittore, ma siccome è anche un intellettuale engagé si concede spesso a un vizio dei giornali italiani: far spiegare al prestigioso ospite straniero come debba essere la politica italiana. Ieri su Rep. ha dato lezioni alla sinistra
A suo tempo lessi Soldati di Salamina, bello e di dolorosa intelligenza. Poi mi buttai su La velocità della luce, che trovai invece narcisista e pretenzioso. Cosa che mi ha precluso l’occasione di leggere Anatomia di un istante, che forse è un capolavoro. Rimedierò, anche se ogni volta che m’imbatto nel Javier Cercas commentatore o intervistato ritrovo sempre quel troppo di narcisista e pretenzioso che non mi era piaciuto. Ma tant’è, Cercas oltre che gran scrittore è intellettuale engagé: dice la sua in Spagna, e fin qui tutto bene, ma spesso cede a quel vezzo un po’ ridicolo dei giornali italiani di andare a intervistare le star degli altri per farsi spiegare il proprio paese.
Prima delle elezioni era capitato anche a BHL, riconosciuto maestro nel predicare dal pulpito degli altri, ma Cercas non è da meno. E fin quando se la prende con l’indipendentismo catalano, che considera peggio del franchismo (tutto il mondo è paese: fascista è chi non la pensa come te), passi. Ma la necessità, su Rep., di venire a spiegare con voce impostata i guai della politica italiana, e cosa avrebbe dovuto fare la sinistra, anche no. Ma ha una attenuante: si rivolgeva al Pd, che sta messo peggio dei soldati di Salamina.