contro mastro ciliegia
Il lambrusco di Conte
L'ex Avvocato del popolo sa condurre narrazioni parallele e divergenti senza che si incontrino mai. Ma c'è un limite. Dopo l'incontro al Colle per le consultazioni, ha attaccato Berlusconi per le sue sparate su Putin e Zelensky. Peccato che non siano troppo distanti dall'appeasement proposto dalla manifestazione da lui promossa
Sarà che davvero il suo nume ispiratore è Aldo Moro, ipotesi che procura brividi freddi solo a pensarci, ma bisogna riconoscere che l’ex Avvocato del popolo Giuseppi, come lo chiamava l’estimatore Trump, ha una indiscussa abilità di condurre narrazioni parallele che, esattamente come le convergenze di Moro, non si incontrano mai. Dopo l’incontro al Colle, il capo cinque stelle ha tenuto un comizietto in cui si è dilungato molto su Berlusconi. Delle cui piazzate audio si pensa qui il peggio. Ma, allo stesso tempo, che Conte esprima “perplessità sul fatto che la Farnesina possa andare a un esponente di Forza Italia”, dopo che a lungo ci fu uno del suo partito; che chieda “un esecutivo a forte trazione europeista” dopo aver guidato il governo più anti europeista di sempre, è ipocrisia. Ma che critichi Berlusconi per putinismo, lui che aveva sollevato “perplessità” su Zelensky reo “di bandire la pace con decreto”; che ebbe a dire che Zelensky “sta accettando la logica di una escalation militare”, invertendo le responsabilità; e che ora che promuove una manifestazione “pacifista” che puzza di appeasement lontano un miglio. Cioè che insomma critichi Berlusconi per aver espresso le stesse idee che lui stesso ha sostenuto, be’, Aldo Moro je spiccia casa.
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