contro mastro ciliegia
Ultima generazione imbratta Warhol ma i fessi sono quelli che stanno a guardare
Finché ci sarà gente che scambia per intelligenza o per notizia quattro vandaletti che irrompono in un museo, non ce li leveremo mai di torno
L’immagine decisiva, il vero messaggio, che quei dementi di Ultima generazione (e a vederli in azione con le loro truculenze da vandali del liceo vien fatto di sperare che sia l’ultima davvero) hanno diffuso non è la farina gettata, alla Fabbrica del Vapore di Milano, sulla Macchina di Andy Warhol (otto chili di farina: e la fame nel mondo?). Warhol, che quando i loro colpevoli genitori (colpevoli di lasciarli deambulare, anziché mandarli in una bella scuola meritocratica) nemmeno erano nati, aveva già inventato la riproducibilità tecnica dell’arte e anche la biodegradabilità delle zuppe Campbell, se ne fregherebbe bellamente. Lui, che però ha passato l’ultimo periodo della sua vita, proprio qui a Milano, in un infinito corpo a corpo con The Last Supper, perché sapeva che l’Arte (maiuscola) vale più della natura (minuscolo). Se ne fregherebbe. Quella davvero decisiva e riprovevole è un’altra immagine. C’è in tutte le foto. C’è soprattutto nei video. E’ l’immagine di una decina di fotografi, operatori video, maniaci del clic che stavano lì, ordinatamente e stolidamente a immortalare tutto, mentre i fessi imbrattavano e urlavano slogan ridicoli. Il vero messaggio è che finché ci sarà gente che scambia per intelligenza, o addirittura una notizia e financo un messaggio quattro vandaletti che irrompono in un museo perché il cesso l’hanno trovato chiuso, ecco, finché c’è gente che li guarda, non ce li leveremo di torno.
CONTRO MASTRO CILIEGIA