Ansa

contro mastro ciliegia

Valditara è come Mao

Maurizio Crippa

Le oscenità pedagogiche un ministro le deve evitare, dimostra che nulla sa di scuola. Ma c'è uno specchio in cui si infrange la retorica indignata. Quelli che hanno urlato contro il ministro all'Istruzione e Merito, sono tutti, o quasi, i reduci e i nipotini, nelle scuole e nelle università, della Rivoluzione culturale di Mao e di altre "rieducazioni" che ricordiamo bene

Valditara Giuseppe, classe di naja 1961, il nonnismo non l’ha conosciuto oppure ha subìto troppe umiliazioni. E finché sono lavori socialmente utili, che male c’è. Ma quando dice “evviva l’umiliazione che è un fattore fondamentale nella crescita e nella costruzione della personalità”, no. Ora si scusa, ma non sa cosa sia la scuola e di certo l’Imperial Regio Liceo non l’ha fatto, o sarebbe finito in un bozzetto minore di Zweig. Le oscenità pedagogiche un ministro le deve evitare, ma l’ha detta quattro giorni fa e non s’era accorto nessuno, finché si sveglia qualcuno in cerca di spunti, come Carfagna quando compulsa il Levitico. E questo è l’altro aspetto altrettanto osceno della storia: l’umiliazione come “rieducazione” non è solo robaccia fascista, è bolscevismo puro; e soprattutto è Rivoluzione culturale maoista. Ieri tutti quelli che  sbraitavano erano esponenti e reduci della schiera di maoisti e rieducatori trotzkisti di casa nostra.

Sappiamo come è andata, ma non sono cambiati. E i loro nipotini, gli studenti dell’Uds, loro si è umiliante sentire come come parlano: “Un’idea di scuola fatta di classismo, merito, umiliazione”. Classismo perché? Non si può umiliare un ricco? Intanto nel mondo si suicida un ragazz* ogni 11 minuti. Ma se ne fregano, i ministri e i maoisti.

  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"