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contro mastro ciliegia

La gran classe di Vialli

Maurizio Crippa

Il grande campione se l'era forse immaginato diverso, questo giorno di semifinali Mondiali. Invece è giunto il giorno di fermarsi, di pensare alla malattia. L'ha detto con la grande eleganza e semplicità di sempre. Il calcio può essere un gioco da gentleman, interpretato da un gentleman

Il giorno che aveva in mente, questo giorno che ora è arrivato, era di certo molto diverso da come per lui è stato. Di certo l’aveva sognato, il giorno di un’altra semifinale mondiale, e chissà poi che domenica sarebbe stata, da vivere accanto al suo amico grande, Roberto il Mancio. Abbracciarsi e piangere ancora, felici, come a Wembley due anni fa. Quell’illusione non c’era già più, e invece è venuto il giorno per dire altro: “Al termine di una lunga e difficoltosa ‘trattativa’ con il mio meraviglioso team di oncologi ho deciso di sospendere, spero in modo temporaneo, i miei impegni professionali presenti e futuri”. Con la forza, la limpidezza che lo contraddistinguono lo ha scritto alla Federazione, dove è capo delegazione della Nazionale. “Sono curioso di come andrà a finire”, aveva detto quando tornando allo sport, dopo la malattia e l’operazione. Ora dice: “L’obiettivo è di utilizzare tutte le energie psico-fisiche per aiutare il mio corpo a superare questa fase della malattia. Un abbraccio”. Gianluca Vialli ha passato buona parte della sua carriera e della sua vita a Londra, dove vive. Ha l’ironia di un vero dandy, e porta con sé un’eleganza che smentisce i luoghi comuni: il calcio può essere un gioco da gentleman, interpretato con la leggerezza di un gentleman. 

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"