contro mastro ciliegia
L'orecchio di Scarpinato
L'ex procuratore di Palermo ora senatore 5s coltiva una sua antica ossessione: poter intercettare gli avvocati. Pratica però vietata dal Codice. Ma che importa, lui sogna di essere come Dionisio, il tiranno di Siracusa che scendeva nella grotta a spiare i prigionieri. Peggio della Ddr
Per vetusta e noisetta consuetudine erano i cronisti in vista di pensione, nera e giudiziaria diventavano titoli d’onore, a darsi ai romanzi gialli (noir, fa più fico). Poi la tradizione ha preso una brutta china verso i magistrati, e qui come là non è sempre Pulitzer: così siam finiti con lo sceriffo Claise che fa le indagini come se scrivesse polar. Ma in fondo può andare anche molto peggio. Ad esempio l’ex procuratore Roberto Maria Ferdinando Scarpinato, con l’inventiva che ha, anziché riciclarsi nella banda Giuseppi non poteva darsi alla letteratura? Rischierebbe, nelle fiction, di inventare corbellerie meno gravi di quella appena detta in commissione Giustizia del Senato, e che probabilmente è una sua ossessione segreta: intercettare gli avvocati? Si-può-fareee!. “Ma lei sa che ci sono casi di avvocati arrestati perché portavano messaggi ai detenuti al 41 bis?”, ha strillato Scarpinato in faccia a Gian Domenico Caiazza, giustificando così una pratica inquisitoria degna della Ddr, nonché espressamente vietata dal Codice di procedura. Ma nei suoi sogni segreti di giustiziere, gente che se ne frega dei cavilli, il giudice nisseno vorrebbe essere il tiranno Dionisio di Siracusa, quello che scendeva nella grotta per spiare i dialoghi dei prigionieri. Gli si addice, la parte: Dionisio da Caltanissetta.