Contro mastro ciliegia
E la foto sul treno della sinistra?
Lo smacco del mancato invito a cena di Meloni, la nostalgia per la foto di Draghi con Macron e Scholz. Tutto giusto. Ma provate a immaginare come sarebbe stata, se ci sarebbe stata, la foto con un premier di sinistra
L’altra notte era la notte cupa di umiliazione di Giorgia Meloni che vola solitaria a Bruxelles, mentre a Parigi Macron, Zelensky e Scholz si mettono a tavola. Ieri era invece il giorno dei musi tristi, un po’ troppo per non sembrare finti, a lamentare lo smacco per l’Italia, così evidente da non avere nemmeno bisogno della scortesia. Ed è stato il giorno dell’espediente retorico bell’e pronto: “Se il governo perde il treno”. Il confronto con la foto di Draghi in treno con Macron e Scholz. Un “arretramento dell’Italia sullo scenario internazionale”.
Non fa una grinza, ma sarebbe più realistico notare che non è solo colpa di Meloni, e che un altro premier non sarebbe stato comunque come Draghi. Bisognerebbe provare a immaginare con che elmetto ci sarebbe andato, e con quale credibilità di fedele alleato europeo, senza titubanze, un diverso presidente del Consiglio, espressione della sinistra. Cioè il capo di una coalizione che s’era voluta imbarcare con i “no armi a Zelensky” 5 stelle, con le strizzate d’occhio a Putin, in dialogo coi dialoganti avveniristi che chiedono la fine della guerra, ma non quella dell’invasione. E con il suo stesso partito che la pensa per un terzo come Elly Schlein. Provate a pensarla, la famosa foto sul treno, se mai l’avrebbero scattata con Enrico Letta. O con Bonaccini.