contro mastro ciliegia
Maggiani, un anarchico
Lo scrittore alla Stampa: "Mi ripugnano e provo un’infinita vergogna per i ladri che si sono impadroniti del nome santo dell’anarchia per farne un’informale federazione di dediti alla delinquenza che non mi riesce di immaginarla politica”
Nell’eccitazione cronachista del weekend, in cui persino l’elezione della nuova segreteria del Pd ha preso più spazio di una strage di affogati in mare, s’è perso di vista Alfredo Cospito, cui la Cassazione ha richiuso la porta del 41-bis, e lui ha fatto sapere che riprenderà il suo sciopero, fino alla fine. Non interessa, interessava solo per azzoppare Nordio. Invece dovrebbe interessare e molto il modo doloroso e onesto, la lingua coraggiosa e lucida con cui lo scrittore Maurizio Maggiani ha voluto darne un giudizio e dire cosa sia la sua utopia. Un lungo intervento sulla Stampa: “Eh sì, sono uno di quelli lì. Difficile dirlo oggi, mai stato più difficile”.
Anarchico, “cresciuto tra gente affetta da una sorta di anarchismo genetico”. L’anarchia è intelligenza, coraggio, perseveranza, “empatia, per la vita e rifiuto della morte”. Scrive: “Per questo mi ripugnano e provo un’infinita vergogna per i ladri che si sono impadroniti del nome santo dell’anarchia per farne un’informale federazione di dediti alla delinquenza che non mi riesce di immaginarla politica”. E un giudizio duro sul caso di Cospito, perché “è evidente che gli informali vogliono morto, vogliono il suo corpo cadavere per farne il prezioso martire”. Non è questa l’anarchia. Viva la “santa anarchia”.