contro mastro
Enrico Galmozzi, il terrorista che festeggia
Il No della Cassazione francesce all'estradizioni di dieci (ex) terroristi italiani non chiuderà i dibattiti. Ma avrebbe dovuto almeno, per decenza, chiudere la bocca al fondatore di Prima linea, due omicidi e nessun ravvedimento, che ha invece esultato in modo osceno
Non ho alcuna intenzione di entrare in agone dialettico, né peggio ancora etico e neanche storico, con Adriano Sofri che qui accanto torna un’altra volta ancora sulla vicenda, e auguriamoci per tutti possa essere l’ultima: non ne sono in grado, sotto qualsiasi punto di vista, ed è normale che sia così. Non intendo nemmeno, tantomeno, dialettizzare con coloro che la pensano all’opposto di Sofri. Ognuno bilanci i pro e i contro del giudizio. Mi limito a notare che c’è una persona (sarà davvero l’unica?) che ha parlato, anzi sputato in formato digitale, e avrebbe fatto meglio a tacere. Si chiama Enrico Galmozzi, fu tra i fondatori di Prima linea, fu condannato per due omicidi di innocenti, divenuto personaggio pubblico disse cose di ributtante cinismo e nessuna intelligenza, tipo “la storia è finita. E’ andata così, ognuno piange i suoi”. Chi dovesse piangere, essendo tra quelli che avevano deciso di uccidere, non so. Non rinnegò nulla e disse “in quel tempo si sparava”. Altra menzogna: c’era chi non sparò, e morì. Ora ha festeggiato la mancata estradizione dei dieci che forse davvero si sono guadagnati il diritto di essere “ex” terroristi scrivendo: “Quanto mi fa godere la Cassazione francese”. Il diritto di essere “ex”, evidentemente, costui non l’ha guadagnato: è ancora e soltanto l’assassino che era.